I militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e del Comando provinciale di Brescia stanno in queste ore eseguendo il sequestro di 21 agenzie di money transfer a Brescia e Provincia, sospettate di aver ripulito denaro proveniente da traffico di stupefacenti ed immigrazione clandestina, ricettazione e abusiva attività finanziaria.
Le indagini condotte da circa un anno dalla Guardia di Finanza, coordinate dal Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Brescia, hanno messo a fuoco circa 30 milioni di operazioni di trasferimento di fondi attraverso i money transfer.
Gli investigatori, partendo dalla realtà bresciana, hanno portato alla luce quello che pare essere una vera e propria voragine attraverso la quale sarebbero state riciclate ingentissime somme di denaro contante.
Sono stati acquisiti elementi di prova della sistematica violazione della normativa antiriciclaggio, che rendeva impossibile l'identificazione degli effettivi proprietari degli ingenti flussi di denaro, in molti casi rivelatisi provenienti da reato.
Le indagini sono state quindi orientate a un più alto livello, mediante l'acquisizione da parte del Nucleo Speciale Polizia Valutaria di informazioni sulle operazioni avvenute attraverso i circuiti di money transfer riferiti ad 11 fra i maggiori istituti di pagamento nazionali: sono state analizzate operazioni effettuate tra il 2010 e il 2011 per un totale di circa 10 miliardi di euro, per oltre un terzo delle quali è stato impossibile risalire ai reali mittenti e destinatari.
Un baratro sfruttato massicciamente per far circolare denaro di dubbia provenienza.
Le Fiamme Gialle sono state affiancate per l'analisi da funzionari della Banca d'Italia e supportati da tecnici per l'elaborazione di decine di milioni di dati.
Le indagini, che non sono ancora concluse, hanno fatto emergere che il 35% dei flussi di denaro già verificati è risultato frutto di riciclaggio, proveniente da traffico di droga ed immigrazione clandestina, ricettazione e abusivismo finanziario, in uno schema che vede l'apporto fondamentale degli agenti in attività finanziaria presenti sul territorio.
L'attenzione degli inquirenti si focalizza sul ruolo degli istituti di pagamento, che dati gli esiti, sembra non abbiano posto in essere i necessari presidi antiriciclaggio per prevenire il pericoloso fenomeno.