Oct
2
2012

Sole 24 ore - Incapace, investimenti: la Sim deve risarcire anche il lucro cessante

Corte di cassazione - Sezione lavoro - Sentenza 1° ottobre 2012 n. 16674 La banca è tenuta a restituire all’investitore affetto da megalomania gli investimenti per l’acquisto di futures, che hanno determinato la perdita dell’intero patrimonio mobiliare,

Corte di cassazione - Sezione lavoro - Sentenza 1° ottobre 2012 n. 16674

La banca è tenuta a restituire all’investitore affetto da megalomania gli investimenti per l’acquisto di futures, che hanno determinato la perdita dell’intero patrimonio mobiliare, maggiorati del risarcimento del danno. Lo ha stabilito la Corte di cassazione con la sentenza 16674/2012 accogliendo il ricorso del risparmiatore, respinto in appello, relativo alla richiesta di ristoro anche per il lucro cessante...continua a leggere sul Sole 24 Ore 

 

Oct
1
2012

Corriereconomia - Il credito è meglio assicurarlo

Nel mezzo della crisi, conviene tutelarsi nei confronti dei creditori. Settore in crescita Il numero dei cattivi pagatori aumenta da cinque anni. Il vantaggio delle informazioni...

Nel mezzo della crisi, conviene tutelarsi nei confronti dei creditori. Settore in crescita Il numero dei cattivi pagatori aumenta da cinque anni.

Il vantaggio delle informazioni.

DI ROBERTO E. BAGNOLI

Rallenta l'economia a livello globale. In molti Paesi aumentano le insolvenze, e l'Italia è fra i Paesi più colpiti: le polizze crediti possono offrire un supporto soprattutto alle piccole aziende, che sono quelle più pesantemente colpite. «Nel 2012 la crescita mondiale dovrebbe attestarsi al 2,5%, in calo rispetto al 2011 — sostiene Ludovic Subran, capo-economista di Euler Hermes, la compagnia del gruppo Allianz, leader mondiale nel settore —, la zona euro terminerà con una recessione del meno 0,5%, a causa dell'indebolimento economico in Grecia, Spagna e Italia. Le insolvenze sono attese in crescita del 4% a livello globale e del 12% nel nostro Paese, dove sono in aumento da cinque anni».
Meglio sicuri
In Italia le polizze sui crediti sono poco diffuse. «Nel nostro Paese, senza considerare la Pubblica amministrazione i tempi medi di pagamento sono di cento giorni a livello complessivo — sostiene Michele Pignotti, amministratore delegato di Euler Hermes Italia e capo dell'area Mediterraneo, Africa e Medio Oriente del gruppo —, contro i 54 giorni della Francia e i venti della Germania: nel 2011 questo ramo è cresciuto del 12%, ma la sua incidenza rispetto al Pil rimane molto bassa, circa la metà di quella che caratterizza gli altri due Paesi. Insieme al Portogallo, in questo settore l'Italia rappresenta il fanalino di coda in Europa. Proprio un periodo di forte crisi come quello attuale può essere l'occasione per colmare il divario».
In Italia l'assicurazione sui crediti è fortemente concentrata: oltre il 90% del mercato è detenuto dai primi tre operatori a livello mondiale (Euler Hermes, Coface e Atradius), cui si aggiunge l'italiana Sace Bt, che assicura le transazioni commerciali a breve termine.
«Il bacino potenziale è molto ampio — spiega Ernesto De Martinis, amministratore delegato di Coface assicurazioni e chief commercial officer della piattaforma mediterranea e africana del gruppo —, le prime quattro compagnie hanno complessivamente circa 12 mila aziende assicurate, rispetto a un potenziale di oltre 100 mila che potrebbero essere interessate a sottoscrivere questo prodotto. Nel prossimo decennio si potrebbe registrare un raddoppio della raccolta, che nel 2011 si è attestata a 420 milioni di euro».
Un terzo al sicuro
La polizza rimborsa il mancato pagamento dei crediti commerciali, che rappresentano quasi un terzo dell'attivo di bilancio delle imprese italiane. Per ogni cliente, la compagnia indica un limite di credito, che rappresenta la somma massima assicurata in caso di sinistro. A seconda del prodotto, il risarcimento avviene nel giro di centoventi-centottanta giorni dalla denuncia dell'insoluto. Il costo medio va dallo 0,25% del fatturato per una grande impresa all'1% per una con ricavi inferiori al milione di euro. La quotazione, comunque, è fortemente personalizzata, e dipende dal settore merceologico, dalla tipologia di acquirenti e dal mercato di riferimento. Un'azienda con una minore incidenza delle esportazioni, infatti, paga meno rispetto a un'altra che opera solo in Italia, dove i mancati pagamenti hanno un'incidenza decisamente più elevata. Il possesso di una polizza crediti permette naturalmente di ottenere più facilmente finanziamenti, e a condizioni migliori: in caso di mancato pagamento, infatti, si apre il paracadute della compagnia assicuratrice.
Più attenzione
«Il costo non rappresenta una barriera all'acquisto — sottolinea Pignotti di Euler —, anche perché una polizza crediti consente una riduzione, che si può stimare intorno all'1,3%, degli oneri gestionali a carico delle aziende». «Insieme al risarcimento in caso di mancato pagamento — gli fa eco De Martinis di Coface — nel costo sono compresi servizi, come le informazioni commerciali sui clienti attuali e potenziali, per i quali le aziende dovrebbero sostenere una spesa a parte». Malgrado il taglio della spesa assicurativa, le polizze crediti stanno incontrando un crescente interesse anche da parte delle aziende più piccole. «Nei primi otto mesi dell'anno abbiamo registrato un discreto incremento delle richieste di copertura — spiega Pignotti — e l'80% veniva da aziende attualmente non assicurate. La nuova produzione permette di compensare la contrazione, dovuta al calo dei fatturati, di cui soffrono molte imprese già in portafoglio»

FONTE: CORRIERECONOMIA 

Oct
1
2012

Il Sole 24 ore - Banche e fondi pronti a spendere 6,7 miliardi in compliance

Nuove regole per i derivati. Banche e fondi pronti a spendere 6,7 miliardi in compliance...


Nuove regole per i derivati.

Banche e fondi pronti a spendere 6,7 miliardi in compliance

Fino a 6,7 miliardi di dollari. È questo il costo della compliance che il sistema finanziario globale dovrà sostenere entro il 2013, per essere in linea con quanto previsto dalle normative anti-crisi che stanno entrando in vigore sia negli Stati Uniti che in Europa, e che andranno a regolamentare in particolare i mercati dei derivati over-the-counter, fino a oggi noti proprio per non avere la stessa rigidità dei mercati regolamentati. Secondo una ricerca pubblicata dalla società di consulenza CEB TowerGroup, le diverse normative introdotte dai due lati dell'Atlantico per ridurre i rischi sia di controparte che operativi nelle transazioni che riguardano di Chiara Albanese continua a leggere su http://24o.it/dJbc8 

di Chiara Albanese

Fonte: Il Sole 24 ore  

 

 

 

 

 

Sep
28
2012

Il Sole 24 ore - Istituti di credito spagnoli: bocciati e promossi

PROMOSSI: Banco Santander, Bbva BOCCIATI: Banco Popular, Novacaixagalicia, Catalunya Caixa, Bankia


Bocciati 

Bankia 
È l'emblema della crisi delle banche spagnole. Nata dalla fusione di diverse casse regionali decotte, a maggio si è trovata sull'orlo del crack, salvata solo dalla parziale nazionalizzazione del Governo, che ha già erogato 4,5 miliardi. Ma avrebbe bisogno di altri 24 miliardi. Bankia è la quarta banca del Paese.

Catalunya Caixa
Insieme a Bankia, è una delle otto banche a non aver superato gli stress test. Ha già ricevuto 1,7 miliardi di aiuti dal Governo spagnolo e secondo bank of America avrebbe bisogno di altri 7,8 miliardi di capitaleNovacaixagalicia
Altra banca ad aver già beneficiato degli aiuti di Stato, con un'iniezione di capitali da 2,4 miliardi, lontana dall'aver risolto tutti i problemi. La cassa regionale della Galizia avrebbe un buco di 6,4 miliardiBanco Popular
Sesto gruppo del Paese, deve raccimolare 2,1 miliardi, ma ha già contestato l'indagine indipendente condotta dallo studio Oliver Wyman. Le altre banche a non aver superato gli stress test sono Banco Mare Nostrum, Ibercaja, Lieberbank e UnicajaPromosso
Banco Santander
Il primo gruppo bancario del Paese avrebbe superato gli stress test rivelando addirittura un eccesso di capitale, grazie al potenziamento delle attività all'estero che ormai superano il 50% del totale e lo schermano dalla recessione spagnola

Novacaixagalicia 
Altra banca ad aver già beneficiato degli aiuti di Stato, con un'iniezione di capitali da 2,4 miliardi, lontana dall'aver risolto tutti i problemi. La cassa regionale della Galizia avrebbe un buco di 6,4 miliardi

Banco Popular 
Sesto gruppo del Paese, deve raccimolare 2,1 miliardi, ma ha già contestato l'indagine indipendente condotta dallo studio Oliver Wyman. Le altre banche a non aver superato gli stress test sono Banco Mare Nostrum, Ibercaja, Lieberbank e Unicaja

 

PROMOSSI

Banco Santander 
Il primo gruppo bancario del Paese avrebbe superato gli stress test rivelando addirittura un eccesso di capitale, grazie al potenziamento delle attività all'estero che ormai superano il 50% del totale e lo schermano dalla recessione spagnola

Bbva 
Analogo risultato per il secondo gruppo di Spagna. Test superati anche in questo caso con capitale in eccesso, grazie alla diversificazione sui mercati esteri. Le altre quattro banche promosse sono Caixa, Sabadell, Kutxa, Bankinter

articolo

 
Sep
13
2012

Broker e agenti firmano il protocollo per lavorare insieme

Storica intesa tra broker e agenti di assicurazioni. L’Aiba (Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni) e lo Sna (Sindacato nazionale agenti di assicurazione) hanno firmato ieri un protocollo d’intesa per regolare i rapporti di collaborazione tra intermediari in nome della trasparenza e della tutela dei clienti.

Milano Finanza

Storica intesa tra broker e agenti di assicurazioni. L’Aiba (Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni) e lo Sna (Sindacato nazionale agenti di assicurazione) hanno firmato ieri un protocollo d’intesa per regolare i rapporti di collaborazione tra intermediari in nome della trasparenza e della tutela dei clienti. Sempre più spesso infatti i broker, che operano per conto del cliente, utilizzano le agenzie come sportelli delle compagnie di assicurazione sul territorio.

Il fenomeno ha una notevole rilevanza, in particolare per le coperture contro i danni al patrimonio (incendio, furto), i danni alle persone (infortuni e malattia), la responsabilità civile verso terzi: la quota di premi raccolti dai broker e appoggiati sulle agenzie, e non direttamente sulle compagnie, già oggi raggiunge infatti il 22,6%.

L’accordo, fortemente voluto dai due presidenti, Claudio Demozzi (Sna) e Francesco Paparella (Aiba), coinvolge direttamente oltre 8 mila agenti iscritti al sindacato e 1.100 società di brokeraggio associate e prevede che gli intermediari coinvolti continuino a svolgere le rispettive funzioni nell’ambito delle diverse sezioni del registro a cui sono iscritti presso l’Isvap: l’agente è il soggetto che colloca i prodotti per i quali ha ricevuto mandato dall’impresa; il broker agisce invece su incarico del cliente. 

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