Oct
1
2012

Il Sole 24 ore - Banche e fondi pronti a spendere 6,7 miliardi in compliance

Nuove regole per i derivati. Banche e fondi pronti a spendere 6,7 miliardi in compliance...


Nuove regole per i derivati.

Banche e fondi pronti a spendere 6,7 miliardi in compliance

Fino a 6,7 miliardi di dollari. È questo il costo della compliance che il sistema finanziario globale dovrà sostenere entro il 2013, per essere in linea con quanto previsto dalle normative anti-crisi che stanno entrando in vigore sia negli Stati Uniti che in Europa, e che andranno a regolamentare in particolare i mercati dei derivati over-the-counter, fino a oggi noti proprio per non avere la stessa rigidità dei mercati regolamentati. Secondo una ricerca pubblicata dalla società di consulenza CEB TowerGroup, le diverse normative introdotte dai due lati dell'Atlantico per ridurre i rischi sia di controparte che operativi nelle transazioni che riguardano di Chiara Albanese continua a leggere su http://24o.it/dJbc8 

di Chiara Albanese

Fonte: Il Sole 24 ore  

 

 

 

 

 

Sep
28
2012

ABI - Banche, “maglia rosa” nell’assunzione di personale femminile

 

Al via la due giorni dedicata a Donne, banche e sviluppo. 

Si assottiglia il divario occupazionale con gli uomini nel settore bancario e, nel quadro complessivo della crisi, il ruolo femminile si impone come fattore culturale ed “economico” strategico per la ripresa. Per Mussari servono riforme strutturali per coniugare livelli di occupazione e progresso sociale Banche italiane verso un progressivo cambiamento nella struttura occupazionale del settore orientato, con buone prospettive, verso il personale femminile. Secondo i dati più recenti, al 31 dicembre 2011, le lavoratrici bancarie rappresentano oltre il 43% dell’occupazione complessiva. 

Più della metà dei neo assunti sono donne. Tra il 2015-2017 è prevedibile che si raggiunga la parità di presenza con gli uomini nel sistema bancario. È quanto emerso, oggi a Roma, nel corso del convegno ABI “Donne, banche e sviluppo: l’Italia che cambia passo per crescere”. Un momento di confronto e una necessaria riflessione su molti aspetti che riguardano le donne; dai percorsi di carriera, ai divari retributivi, all’imprenditorialità femminile. Ma soprattutto, in generale, sul peso sociale della crisi, che scaricandosi in gran parte sulle famiglie, vede le donne sempre più al centro di un ruolo strategico da inquadrare come leva per la crescita. 

In questo senso l’Italia, in prospettiva, deve accelerare il passo in Europa: Il livello rimane ancora inferiore rispetto ai principali Paesi Europei, ma il nostro Paese appare in netto recupero. Negli ultimi 5 anni (2005-2010) l’incremento della presenza femminile è secondo solo a quello registrato in Spagna ed è pari a quasi un punto percentuale all’anno. 

“Le donne italiane – ha dichiarato il Presidente dell’ABI, Giuseppe Mussari – stanno dimostrando una capacità di adattamento alla crisi superiore a quella degli uomini. Non sfugge a nessuno come il tema delle donne nell’economia del Paese sia strategico. Non si può più tardare. Occorre andare, attraverso riforme strutturali, verso il superamento di tutti i vincoli che frenano lo sviluppo delle carriere femminili e l’accesso alle posizioni più elevate, anche a causa dei prevalenti legami con la cura della famiglia”. Mussari ha ricordato che il settore del credito è in prima linea nel sistema produttivo nazionale  quanto a valorizzazione delle risorse femminili: “Prova ne è – ha detto – l’ultimo rinnovo contrattuale con forme di flessibilità che consentono di poter gestire, meglio che altrove, il tempo di lavoro, compatibilmente con quello dedicato agli altri impegni della vita quotidiana”. 

In particolare si possono evidenziare due aspetti precisi:

  • dal lato delle dipendenti, le agevolazioni delle imprese bancarie nell’assunzione di donne in “aree svantaggiate”, come prevede il Fondo per l’occupazione; 
  • dal lato delle consumatrici, un più agevole accesso ai servizi bancari adeguando gli orari di sportello ai mutati tempi della città. 

Roma, Palazzo Altieri, 25 settembre 2012

IL DOCUMENTO 

Sep
28
2012

Banca d'Italia - L'impatto della crisi del debito sovrano sull'attività delle banche italiane (english version)

 

Il lavoro valuta gli effetti della crisi del debito sovrano sull'attività bancaria in Italia, usando dati aggregati per i tassi attivi e passivi, per i prestiti e per i conti economici relativi al periodo 1991-2011. A tal fine, lo spread sui titoli di Stato italiani a 10 anni viene aggiunto come variabile esplicativa ai modelli standard di forma ridotta per le variabili in esame. Le stime mostrano che, anche controllando per le tradizionali determinanti economiche dell'attività bancaria, un aumento dello spread è associato a una crescita sia del costo della raccolta all'ingrosso e di alcuni strumenti al dettaglio, sia del costo del credito alle imprese e alle famiglie; la trasmissione ai tassi bancari tende a essere più marcata nei periodi di turbolenza finanziaria.

Un aumento dello spread esercita inoltre un effetto negativo diretto sulla crescita dei prestiti, che si aggiunge a quello connesso con l'incremento dei tassi d'interesse attivi. Infine, il lavoro documenta la presenza di un effetto restrittivo dello spread sulla redditività delle banche, più marcato per gli intermediari di maggiori dimensioni. 

Ugo Albertazzi, Tiziano Ropele, Gabriele Sene, Federico M. Signoretti, settembre 2012

IL DOCUMENTO 

 

Sep
28
2012

ISVAP - On line in bollettino di Agosto 2012

Il Bollettino mensile di agosto 2012 è online in Pubblicazioni e Statistiche

Il Bollettino mensile di agosto 2012 è online in Pubblicazioni e Statistiche

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Sep
28
2012

Il Sole 24 ore - Istituti di credito spagnoli: bocciati e promossi

PROMOSSI: Banco Santander, Bbva BOCCIATI: Banco Popular, Novacaixagalicia, Catalunya Caixa, Bankia


Bocciati 

Bankia 
È l'emblema della crisi delle banche spagnole. Nata dalla fusione di diverse casse regionali decotte, a maggio si è trovata sull'orlo del crack, salvata solo dalla parziale nazionalizzazione del Governo, che ha già erogato 4,5 miliardi. Ma avrebbe bisogno di altri 24 miliardi. Bankia è la quarta banca del Paese.

Catalunya Caixa
Insieme a Bankia, è una delle otto banche a non aver superato gli stress test. Ha già ricevuto 1,7 miliardi di aiuti dal Governo spagnolo e secondo bank of America avrebbe bisogno di altri 7,8 miliardi di capitaleNovacaixagalicia
Altra banca ad aver già beneficiato degli aiuti di Stato, con un'iniezione di capitali da 2,4 miliardi, lontana dall'aver risolto tutti i problemi. La cassa regionale della Galizia avrebbe un buco di 6,4 miliardiBanco Popular
Sesto gruppo del Paese, deve raccimolare 2,1 miliardi, ma ha già contestato l'indagine indipendente condotta dallo studio Oliver Wyman. Le altre banche a non aver superato gli stress test sono Banco Mare Nostrum, Ibercaja, Lieberbank e UnicajaPromosso
Banco Santander
Il primo gruppo bancario del Paese avrebbe superato gli stress test rivelando addirittura un eccesso di capitale, grazie al potenziamento delle attività all'estero che ormai superano il 50% del totale e lo schermano dalla recessione spagnola

Novacaixagalicia 
Altra banca ad aver già beneficiato degli aiuti di Stato, con un'iniezione di capitali da 2,4 miliardi, lontana dall'aver risolto tutti i problemi. La cassa regionale della Galizia avrebbe un buco di 6,4 miliardi

Banco Popular 
Sesto gruppo del Paese, deve raccimolare 2,1 miliardi, ma ha già contestato l'indagine indipendente condotta dallo studio Oliver Wyman. Le altre banche a non aver superato gli stress test sono Banco Mare Nostrum, Ibercaja, Lieberbank e Unicaja

 

PROMOSSI

Banco Santander 
Il primo gruppo bancario del Paese avrebbe superato gli stress test rivelando addirittura un eccesso di capitale, grazie al potenziamento delle attività all'estero che ormai superano il 50% del totale e lo schermano dalla recessione spagnola

Bbva 
Analogo risultato per il secondo gruppo di Spagna. Test superati anche in questo caso con capitale in eccesso, grazie alla diversificazione sui mercati esteri. Le altre quattro banche promosse sono Caixa, Sabadell, Kutxa, Bankinter

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